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San GiacomoI riti e il culto jacopeo
nella Sicilia del Santo Giacomo
Le influenze cabalistiche nell'isola dei Normanni

in LA VOCE DELL'ISOLA 27 Settembre 2008

Nelle immagini. Qui sopra e a sinistra raffigurazione di San Giacomo.
In basso, la scalinata e la chiesa del santo a Caltagirone

Il culto del Santo Giacomo si diffuse in Sicilia dopo la conquista normanna, come si evince dalle chiese nei secoli XII e XIII ubicate ad Agrigento, Partinico, Acquedolci, Messina, Licata, Comiso, Capizzi e Castronovo di Sicilia. Altre chiese dedicate a S. Giacomo degli inizi del XIV secolo le troviamo a Palermo, Caccamo, Enna, Piazza Armerina, Siracusa, Ferla, Ragusa, Gela, Caltagirone, Vizzini, Mineo e Augusta e molti altri centri minori .
Ruggero il Gran Conte investito Re a Palermo, entra a Caltagirone con le sue truppe e la libera dai Saraceni il 25 luglio 1090; la leggenda dice che nella notte ha sognato San Giacomo, non in veste di pellegrino, ma in veste di "Matamoros", impugnando la spada croce che verrà chiamata appunto "di San Giacomo" e che diverrà insegna dell'Ordine Militare di Santiago. A Caltagirone viene edificata una chiesa e San Giacomo ne diventa il Patrono e da cui si dirameranno sette chiese a simboleggiare altrettanti raggi di luce; Capizzi, Itala Marina e Messina che diventerà snodo d'imbarco verso la Puglia per i pellegrini diretti a Compostella o diretti in Terrasanta. Molte chiese erano munite di hospitalia (gestiti da quanti vengono adesso chiamati hospitaleros), strutture di accoglienza dei pellegrini, dei quali S. Giacomo da sempre è stato il protettore; dislocati lungo le principali strade medievali posti a circa 30 chilometri l'uno dall'altro, ad una distanza tale da poter essere coperti in una giornata di cammino, di accoglienza alla fine di ogni giornata per rifocillare i pellegrini; ricevere cure prima di rimettersi in cammino all'alba.
Gli hospitalia, costruiti e gestiti da Ordini cavallereschi quali i Templari, i Teutonici e gli Ospitalieri, meglio noti come Cavalieri di Malta; all'inizio del Trecento i Cavalieri di S. Giacomo d'Altopascio fondato in Toscana nella seconda metà del sec. XI furono presenti a Enna, a Vizzini e Mineo dove furono edificati alcune strutture di ospitalità sotto il titolo di S. Giacomo de Altopassu; Le principali strade siciliane percorse dai pellegrini, nel Medioevo furono chiamate vie Francigene.
Il ponte tra la Sicilia e Santiago di Compostella inizia nel XII secolo, come è scritto nel Liber Sancti Jacobi, il più antico testo del pellegrinaggio compostellano; Dante nel Paradiso spiega che "i pellegrini" si chiamavano così solo quando andavano a "Santiago".
San GiacomoL'Homo Viator, non è legato soltanto al mondo del Cristianesimo; il pellegrino è ogni uomo alla ricerca del proprio mondo interiore; gli antichi Greci si recavano in pellegrinaggio a Delfi, gli islamici il pellegrinaggio alla Mecca (hagi), gli Indiani si recano a Tirtha, gli Indù a Varanasi (Benares), i Giapponesi a Nara; infine Hermann Hesse nel "Siddharta" del pellegrino traccia simbolicamente il percorso. Il cristiano dal Medio Evo come quello moderno ha tre mete di pellegrinaggio: Roma, la Terrasanta, Compostella.
Non tutti potevano recarsi in terra di Galizia sui percorsi del campo di stelle che per 805 chilometri attraversa in lungo la penisola iberica direzione ovest seguendo per magia lo stesso allineamento de "la via Lattea", la Cattedrale di Chartres e la Piramide di Giza; credenze e motivazioni del pellegrino vengono fatte salve dal Re Alfonso che fa giungere la reliquia della giuntura, istituisce la processione del vessillo aragonese e le "Confraternite Jacopee".
Le confraternite intorno al ‘500 erano divise per sesso: quelle maschili erano costituite dai flagellanti, e quelle femminili erano denominate "san Jacobi de li fimini"; Un pellegrinaggio si compiva alla chiesa quattrocentesca di S. Giacomo nel Priorato di S. Giacomo ubicata nel territorio dell'odierna Zafferana Etnea, espressione del monachesimo feudale di espressione Basiliana . Nel 1664 il Papa Alessandro VII per la città di Messina concesse l'indulgenza plenaria a tutti coloro che avrebbero visitato la "Ecclesiam Confraternitatis S. Jacobi Apostoli Messanensis" nel giorno dedicato al Santo.
Nascono così in Sicilia riti "Arcaici": consuetudine nella notte tra il 24 e il 25 luglio fare un pellegrinaggio verso la chiesa più vicina dedicata a San Giacomo con in mano un bastone con quattordici nodi, non voltandosi mai indietro; oppure a ginocchia nude si poteva attraversare la navata all'altare maggiore; o ancora percorrere tutta la navata, fino all'altare maggiore, con la lingua sul pavimento; riti tutt'oggi si riscontrano nei paesi dell'America del sud a dominazione spagnola. A Caltagirone sui 142 scalini della scalinata di Santa Maria Del Monte vengono poste 4000 lanterne accesi da fuscelli secchi di piante selvatiche "buceddi". la vara portata in processione veniva poi scagliata a mo' di ariete contro il muro di una ipotetica moschea.
fotoA Capizzi veniva praticato il rito dei galletti, rimasto in auge fino agli anni 30; prendeva spunto da un miracolo del Santo che aveva salvato dal cappio del boia un ladro di galletti. Il muro principale della chiesa era "imbandierato" con galletti vivi, che venivano lapidati dai festeggiamenti; i galletti rimasti vivi avrebbero fatto loro bella mostra sui tavoli della frazione vincente del paese.
Capizzi già nel ‘400 vantava la più antica reliquia del Santo, "la giuntura di un dito" oggetto nei secoli successivi di diatribe con Messina causa lo spostamento della stessa a favore di quest'ultima. Un rito che compivano le donne gravide aveva inizio allo scoccare dell'avemaria del 24 luglio; versavano l'acqua di cottura dei maccheroni in un orinale, ci si sedevano sopra nude a mezzo busto e consumavano i maccheroni senza mai rivolgere lo sguardo fuori dalla finestra; consumati i maccheroni andavano a dormire in attesa dello scoccare della mezzanotte alzandosi, eseguivano un certo numero di abluzioni, si rivestivano con un lenzuolo fresco di bucato, (simboleggia il sudario per la sepoltura) ed iniziavano il loro pellegrinaggio verso la chiesa più vicina, rigorosamente accompagnate da un'altra donna.
Giunte alla porta della chiesa, rigorosamente sprangata bussavano 3 volte alla porta per 3 volte usando le mani, i piedi ed il capo; entrate, iniziavano prostrate le preghiere: 9 pater, 9 avemarie, 9 gloria, per terminare con 3 pater per la passione del cristo. Finivano questa sequela, che ricorda i numeri della cabala, e rientravano in casa recitando il Rosario. Così avevano atteso "al pellegrinaggio", il loro progetto di salvezza era compiuto.
Grande impulso, al Cammino di Santiago certamente è da ascrivere a sua Santità Giovanni Paolo II, Papa compostelliano che ne rilancia il carattere salvifico tanto che nel "Giubileo compostelliano del 2004" concesse a quanti, impossibilitati per gravi motivi di recarsi a Santiago, il pellegrinaggio compiuto in Italia la stessa valenza; significativa certamente l'opera dello scrittore brasiliano Paolo Coelho che dopo l'esperienza fatta del cammino ha scritto il best-seller "Il Cammino di Santiago", risvegliando in tutto il mondo seppur in chiave new age curiosità, misteri e attrazione al camino. Lo stemma di Papa Benedetto XVI presenta due elementi quali la conchiglia e l'orso con un bagaglio sulla schiena .
Ancora vivo nei siciliani i temi dei cantastorie, delle marionette , delle epiche battaglie di Orlando Furioso sui Pirenei a Ronsisvalle contro i mori, oggi prima tappa in terra di Francia del cammino verso Santiago de Compostela.
In Italia la Confraternita di Perugia intraprende studi di antichi documenti; Messina insieme a Caltagirone rilanciano con delle giornate compostelliane, il risveglio spirituale e culturale della Sicilia Jacopea. Vengono riscoperte ben 40 confraternite ancora attive di cui la piu' antica di "Camaro Superiore" (Messina) custodisce la più antica reliquia del Santo, importante riferimento per la devozione all'Apostolo S. Giacomo.
Di molti dei riti arcaici, oggi si hanno solo pallidi ricordi; San Giacomo nel terzo millennio con il "bordone" e non più "matadoros"; per l'uomo della comunicazione globale, dei viaggi sulla luna, ne diventa simbolo di ricerca interiore, fede e speranza; giungere al suo "Finisterre galiziano" .
Il peregrino siciliano accomunato con il popolo iberico dal giallo dei fiori di ginestra e dal rosso dell'animo caliente troverà la sua "Roncisvalle" nel vulcano Etna e nel suo fuoco; le aride mesetas nella Piana di Catania; il Cebreiro nelle tante chiesette isolate di montagna; la cattedrale di Santiago di Compostella nelle tante cattedrali barocche sparse per l'isola; nell'acqua del mare che circonda tutta l'isola giungere al suo Finisterre per raccoglierne la conchiglia da riportare a casa.

RobertoROBERTO PATANE'

Aigae
Il progetto "Guide in Cammino"

sta avendo un ottimo riscontro in termini di visibilità per l'AIGAE e per le Guide in generale.
Daniela e Luca sono giunti a metà percorso ed infatti il 17 settembre hanno completato la tappa n. 22 (su 44) dal Passo della Cisa a Pontremoli passando così in Toscana. Durante la prima metà del Cammino hanno incontrato molti altri pellegrini, amministratori e associazioni locali che si occupano della Francigena a vario titolo, gente comune curiosa della nostra iniziativa. La sensazione è quella di una buona frequentazione della Via (tutti i giorni transitano persone) e di un interesse crescente da parte della popolazione locale ma, soprattutto, una buona disponibilità dei politici e degli operatori turistici all'ascolto delle Guide e spesso una richiesta di aiuto per affrontare e risolvere i problemi pratici. Insomma, fino ad ora, sicuramente una esperienza molto positiva.
Vi ricordiamo che:
• Si tratta di una iniziativa promozionale che ha come obiettivo quello di far conoscere la figura professionale della Guida Ambientale Escursionistica al pubblico, agli operatori del comparto turistico e che ricorda la nostra presenza alle istituzioni.
• Per il lancio del progetto è stato scelto di percorrere la via Francigena, lungo l'itinerario ufficiale di Sigerico perché è il Cammino più conosciuto e si presta ottimamente alle finalità del progetto.
• Tutte le guide sono invitate a camminare con Luca e Daniela coinvolgendo anche i propri clienti, amici e conoscenti. La partecipazione ad una o più tappe è infatti aperta anche al pubblico. Poiché si tratta di una iniziativa promozionale, però, la partecipazione deve essere a titolo completamente gratuito.
• Tutti possono contribuire a far conoscere il progetto inserendo il banner o il link nei propri siti personali o aziendali o nel profilo Facebook oppure inviando la notizia con l'invito a partecipare alle proprie mailing list. Tutti coloro che contribuiranno saranno inseriti nell'elenco "Amici di Guide in Camino" presente sul blog. Se avete già avete già pubblicizzato l'evento e non siete stati inseriti nella lista oppure appena lo farete per favore comunicatelo a guideincammino@aigae.org. Per chiarimenti potete contattare direttamente Luca 3288624826.
• Notizie e aggiornamenti sul blog http://guideincammino.blogspot.com/che è linkato all'interno della home page del sito AIGAE. Per ulteriori info e comunicazioni guideincammino@aigae.org Luca Berchicci 3288624826.
• Il progetto è stato ideato e costruito in modo da essere replicabile negli anni su altri percorsi e con altre guide divenendo, se possibile, un appuntamento fisso.

 

…Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?

Kostantin Kavafis
foto

Poeti, scrittori, artisti, pellegrini dei cammini d'Europa
e amici della Libreria Editrice Urso
si incontrano a Vigevano (Mi)
il 16 novembre 2011
a partire dalle ore 18,00 fino alle 23,00
con Liliana Calabrese (voce e chitarra)
Coordina Francesco Urso

iana
Hanno dato la loro adesione:
Maria Barone, Francesco Urso, Liliana Calabrese, Lilia Urso, Lucia Bonanni, Anna Maria Folchini Stabile, Paola Surano, Linuccia e Salvatore Blanco, davideadesso (Davide Bove), Fulvio Maiello, Cettina Lascia Cirinnà, Massimo Nosotti, Pino Guastella, Corrado Barone, Gabriella Bellofiore, Giuliano Mari, Patrizia Muzi, Fabiola Colombo, Giuseppe Santoro, Sebastiana Cimino, ecc.
Sede e programma in via di definizione...
Contatta Francesco Urso se vuoi partecipare

IN RILIEVO:

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CONSULTA l'elenco dei libri distribuiti dalla Libreria Editrice Urso sui cammini europei del pellegrino

immagine
GIULIANO MARI
1.400.000 passi
sulla Via Francigena

2011, 8°, pp. 184, ill.
€ 16,00acquista


Un testo ricco di annotazioni, spigliate e argute, su uno spaccato dell'Italia di oggi. Un occhio vivo, poetico e ironico che vede quello che non si vede dal treno o
dall'automobile.

"Questa camminata è stata per me un atto d'amore verso il Bel Paese e la gente meravigliosa che lo abita e da questa esperienza è nato il resoconto di questo viaggio: 1.400.000 passi sulla via Francigena. L'antico tracciato percorso dai pellegrini, che nel Medioevo scendevano a Roma dal nord Europa per rendere omaggio alla tomba di San Pietro.
L'arcivescovo di Canterbury Sigerico, intorno all'anno 1.000, fu il primo a redigere un diario elencando le tappe del suo cammino di ritorno da Roma fino a Canterbury.
L'intero percorso da Canterbury a Roma è lungo 1.700 chilometri". (Giuliano Mari)

Il tratto italiano inizia dall'Ospizio del Gran San Bernardo a 2.473 metri, sulle Alpi Svizzere, e arriva a Roma dopo avere attraversato la Valle d'Aosta, il Piemonte, la Lombardia, l'Emilia, la Liguria, la Toscana e finalmente il Lazio per un totale di 974 chilometri. L'intero percorso ha richiesto 39 giorni per essere completato, con tappe giornaliere mediamente di 25 chilometri. 1.400.000 passi sulla via Francigena è il diario di questo viaggio, e racchiude in sé il racconto di tante piccole storie, di cose successe durante i quaranta giorni di questa meravigliosa avventura.

copertina
Carla De Bernardi
Tutte le strade portano ad Assisi
2011, 8°, ill. 264
€ 17,00acquista

Un viaggio a piedi di quasi 300 chilometri in dodici tappe, dalla costa romagnola ad Assisi, sulle orme di Francesco e dei suoi compagni, attraverso l'Appennino, le foreste del Casentino, Camaldoli, Sansepolcro, Città di Castello, Gubbio. Un cammino lungo sentieri e strade medievali, a contatto con la natura, con gli animali selvatici e con la ricca storia dei territori attraversati, dall'origine del monachesimo alle bande partigiane, in luoghi che richiamano i colori di Michelangelo e di Piero della Francesca ed evocano continuamente i versi di Dante e i personaggi della sua Commedia.

copertina
DIEGO MARANI
Seguendo i propri passi
2010, 8°, pp. 128
€ 10,00acquista

Un mese a piedi, dal sud della Spagna a Santiago de Compostela: il diario di un camminatore d'oggi, sui passi degli antichi pellegrini medievali.

 

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